Ci sono tanti fattori che contribuiscono a creare la perfetta piscina interrata che da sempre desideri. Abbiamo già affrontato, ad esempio, quanto possa essere decisiva la scelta di una pavimentazione perfetta, capace di garantire funzionalità e sicurezza, senza perdere di vista l’importanza dell’estetica. Ma tra gli altri elementi fondamentali, uno è senza dubbio il pH dell’acqua della nostra piscina.
Il sogno di una vita è stato realizzato. Ci avviciniamo alla stagione estiva, le giornate ormai sono calde, e tu non vedi l’ora di fare un tuffo nella tua bellissima piscina interrata. Ma c’è ancora un ultimo dettaglio da tenere in considerazione: misurare il pH piscina. E se ti stai chiedendo se sia davvero necessario, la risposta è sì!
La misurazione del cloro e del pH, esattamente come quella del TAC (Titolo Alcalimetrico Completo) e del TH (Total Hardness), sono alcuni dei passaggi fondamentali della routine manutentiva ordinaria. Soprattutto se vogliamo nuotare in tranquillità e sicurezza, preservare al meglio il nostro luogo di pace, senza rischi per la nostra salute.
Quali sono i rischi legati al pH dell’acqua? Come si possono correggere i valori troppo alti o troppo bassi? Scopriamolo insieme.
Cos’è il pH di una piscina? E perché è importante tenerlo sotto controllo?
Innanzitutto, quello che chiamiamo comunemente pH, in realtà si chiama Potenziale Idrogeno ed esprime il grado di acidità o alcalinità dell’acqua. Come già accennato, costituisce, insieme al TH e al TAC, uno dei parametri fondamentali per la salute della nostra piscina e di chi la usa. Detto in parole molto povere, per non causare fastidiose irritazioni, il valore del pH deve essere molto simile a quello della pelle o degli occhi.
Proprio per questo, si considera come pH ideale di una piscina quello pari a 7.2, o comunque un parametro che si aggira tra 7.0 e 7.4. Con un pH 7.2, infatti, l’acqua della piscina è neutra e in condizioni ideali. Questo significa che non dissolve né deposita il carbonato di calcio.
Tra l’altro, con un pH neutro, i disinfettanti di qualunque tipo (cloro, ossigeno, bromo) sono più attivi ed efficaci. Al contrario invece, un pH alto o basso comporta rischi per la salute dei bagnanti. In particolare, un pH troppo alto può portare i seguenti effetti collaterali:
- Prurito della pelle
- Bruciore persistente agli occhi
- Irritazioni fastidiose
D’altra parte, con un pH piscina basso possiamo dover fronteggiare la comparsa delle alghe e di numerose problematiche alle tubature e all’intero impianto.
pH piscina: ecco come regolarlo al meglio
Ora che abbiamo ben chiari tutti i rischi connessi al pH alto o basso di una piscina, possiamo quindi passare all’analisi delle varie modalitàperrisolvere questo tipo ti problematiche.
Se abbiamo bisogno di abbassare il pH piscina dobbiamo intervenire utilizzando composti acidi, quali, tra i tanti, l’acido cloridrico, l’acido solforico o il bisolfato di sodio. Al contrario, se dobbiamo alzare il valore del pH della piscina possiamo affidarci al bicarbonato di sodio.
Solamente seguendo queste istruzioni, potremmo tornare a goderci l’acqua e il relax della nostra piscina. Attenzione! È fondamentale, dopo aver eseguito le operazioni appena citate, ripetere le analisi dell’acqua e controllare i parametri relativi al pH, in modo da essere certi di aver raggiunto il livello corretto. Una volta fatto questo, infine, possiamo tornare a dedicarci alla manutenzione ordinaria della nostra piscina interrata o fuori terra.
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